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Salve,

non essendo molto ferrato nell'argomento vi chiedo cortesemente un consiglio.

Sono cointestatario insieme alla mia ex convivente di un c/c presso Unicredit. Nel 2008 insieme alla mia convivente abbiamo acceso un prestito personale di € 30.000 presso la filiale. Ad oggi sono rimasti € 19.000 da risarcire compresi 6 ratei scaduti. Io e la mia ex convivente siamo andati d'accordo sulla quota spettante da versare entrambi ma non sulla ripartizione dei beni in comune che lei si rifiuta di dividere.

Quindi io sono fermo sulla trattativa e non intendo onorare il debito finchè non si trova un accordo.

Ora inizia il problema: Ho saputo che il padre della mia ex convivente si è recato in filiale ed ha trovato un accordo con il direttore per estinguere il nostro debito coinvolgendo anche mio padre (che ovviamente mi ha messo al corrente). Questo direttore si è permesso di scrivere una mail privata a mio padre ove gli comunicava che il conto era bloccato per un pignoramento, che ci sono delle rate insolute ed un eventuale modo per far si che lui potesse onorare a saldo il prestito al posto mio.

Allora io mi chiedo ma è possibile che questo direttore si permetta di divulgare queste informazioni a persone non legate al conto corrente anche se queste fossero familiari? Cosa ne sa il direttore in quali rapporti sono con mio padre? Non ho mai sentito in vita mia una cosa del genere!!!!

Ho qualche soluzione legale da intraprendere nei confronti di questo direttore? Quanto posso farmi risarcire?

Ma poi se mio padre dovesse pagare la banca (senza mia autorizzazione) la banca non mi mette in una situazione di debito nei confronti di mio padre senza il mio consenso?

Ho a disposizione come prova la mail inviata dal direttore a mio padre.

Grazie anticipatamente per le risposte.

Emiliano

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Grazie ancora per la risposta.

Però la discussione si è spostata ed incentrata solamente su di un unico punto. Il discorso mi sembra che debba abbracciare tutta la situazione, che trovo inconcepibile, illegale e dannosa.

A prescindere dai rapporti con mio padre, non voglio assolutamente che lui si prenda carico del debito, perchè legalmente c'è chi è solidale con quest'ultimo (la mia ex) e quindi eventualmente è lei che se ne deve prendere carico, soprattutto perchè non ha alcuna intenzione di dividere i beni materiali acquisiti durante la convivenza, quindi a maggior ragione è lei che moralmente (a mio parere) e legalmente (oggettivamente) risponde del debito.

Il discorso è che questo Direttore si è permesso di violare la legge sulla mia privacy divulgando informazioni e dati personali a persone che non ne hanno il diritto ne morale ne legale (mio padre ed anche il padre della mia ex). Questa persona sta compromettendo i rapporti con i miei familiari e sta cercando di recuperare la somma del prestito in modo secondo me infimo ed illegale. Allora mi chiedo, è possibile che questa persona non debba pagare per il comportamento scorretto che sta assumendo? Secondo lei non mi sta creando un danno? A prescindere a questo punto dalla sua quantificazione, ho titolo per far cessare tutto ciò e citarlo in giudizio? E come?

Sicuramente mi rivolgerò ad un legale ma avendo le idee più chiare possibili sarò più consapevole a cosa andrò incontro.

Grazie

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perfettamente d'accordo sulle premesse "parentali", peraltro molto soggettive, e anche sull'affermazione "Questa persona sta compromettendo i rapporti con i miei familiari e sta cercando di recuperare la somma del prestito in modo secondo me infimo ed illegale", anch'io ho detto qualcosa del genere, in un post precedente, mi femo alle domande chiave:

è possibile che questa persona non debba pagare per il comportamento scorretto che sta assumendo? Pagherà, ma solo se lei vincerà la causa contro il suo datore di lavoro (la banca) e se questa, come dovrebbe, prendesse provvedimenti disciplinari nei suoi confronti,

Secondo lei non mi sta creando un danno? morale sicuramente.

A prescindere a questo punto dalla sua quantificazione, ho titolo per far cessare tutto ciò e citarlo in giudizio? E come?

Per ora, a mio avviso, ci sono solo gli estremi per una diffida e per una segnalazione al garante della privacy, il legale da lei interpellato siciuramente la aiuterà.


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Grazie ancora della sua disponibilità.

Cordialmente Emiliano

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