A questo link, invece, si possono trovare informazioni utili a fare un po' di chiarezza sul Pareggio di Bilancio e sul Fiscal Compact: temi pure loro comparsi in questo thread e rispetto ai quali i nostri media continuano a fare vergognosa disinformazione:
http://intermarketandmore.finanza.com/cosa-e-il-fiscal-compact-e-dove-ci-porta-41408.html
In particolare, riporto testualmente uno stralcio relativo al fiscal compact, ovvero alla pattuizione sottoscritta di ridurre il nostro debito:
"fissa un percorso di riduzione del debito pubblico in rapporto al Pil: dovrà scendere ogni anno di 1/20 della distanza tra il suo livello effettivo e la soglia del 60 per cento.
REGOLE, RECESSIONE E TEMPI NORMALI
In che relazione sono tra loro queste due regole? A giudicare da molti commenti italiani sembra che quella sul debito sia la regola più severa. Così, si tira un sospiro di sollievo osservando che il fiscal compact prevede deroghe per “fattori rilevanti”. La regola sul pareggio di bilancio, invece, apparentemente viene accettata senza troppe discussioni. Peraltro, una riforma costituzionale in tal senso è stata già approvata in prima lettura da un ramo del Parlamento.
In realtà, se guardiamo un po’ oltre la contingenza attuale, la regola sul debito è in genere meno severa di quella del pareggio di bilancio. Se il bilancio è in pareggio, non si genera nuovo debito. In altre parole il debito in euro non cambia. Ogni variazione del Pil nominale si tradurrà, quindi, in una variazione del rapporto debito/Pil.
Si può calcolare facilmente che per rispettare la regola di 1/20, con un debito al 120 per cento del Pil e il pareggio di bilancio è sufficiente che il Pil nominale cresca del 2,5 per cento; con un debito al 100 per cento del Pil basta una crescita nominale del 2 per cento; con un debito all’80 per cento è sufficiente l’1,25 per cento. In tempi appena normali sono valori bassi. Perché si verifichino basta un po’ di inflazione. Tanto per dare un’idea, nel 2000-2007, anni di crescita reale molto bassa, la crescita nominale del Pil in Italia è stata in media del 3,6 per cento l’anno.
Le cose vanno diversamente quando c’è una grave recessione: il Pil nominale può anche diminuire (in Italia, nel dopoguerra, è accaduto solo nel 2009) o crescere molto poco: intorno al 2 per cento nel 2010 e secondo le previsioni per il 2011-2013. Il sospiro di sollievo per l’attenuazione della regola del 1/20 può essere, quindi, giustificato oggi."
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Ricapitolando, come ben si può comprendere, l'obbligo di rientro non è sul 20° del nostro debito (come invece i media propagandano) bensì sulla differenza tra il 60% stabilito e la sua parte eccedente. Inoltre non si applica nei periodi di crisi e, in tempi normali, in presenza di pareggio di bilancio basta una normalissima crescita di 2 o 3 punti percentuali per assolvere a detto obbligo. Altro che il terrorismo mediatico del nostro sistema di (dis)informazione.
Se a questo aggiungiamo quanto insegnato da Friedman, ovvero che non è stampando moneta che si aggiustano le economie, mi sembra evidente che la strada da imbocare è una sola e ben segnalata: Riforme, Riforme, Riforme e ancora riforme per ristrutturare il nostro asfittico sistema italia e far ripartire finalmente l'economia su basi sane e durature, non sulla droga (Fiedman dice alcool) dell'aumento fittizio della massa monetaria