Cominciamo dalla fine. Il messaggio che leggo io dall'articolo riportato su Wroclaw (che è appunto la mia zona di riferimento quando sono lì e posso garantire che, se non è proprio l'eldorado descritto nell'articolo, è comunque una città effervescente, dinamica e in grande espansione) è semplicemente questo: lavorando seriamente e facendo le riforme che davvero servono, qualsiasi Paese può risollevarsi e ripartire. Se questo vale per la Polonia, uscita dalla dittatura sovietica solo qualche decennio fa e del tutto priva della benché minima infrastruttura, lo è maggior ragione per noi, che facciamo parte del G8 e quindi così tanto messi male non siamo.
Dopodiché, dici che noi siamo diversi dai tedeschi? Certo che lo siamo. E aggiungerei anche per fortuna, per quanto mi riguarda. Ma non è che loro sono meglio do noi. Sono solo più organizzati, più pragmatici e, soprattutto, meglio governati. Noi, dal canto nostro, siamo svantaggiati su tante cose ma abbiamo peculiarità posistive che loro non hanno. La nostra rete capillare di piccole e medie imprese, per esempio: ci conferiscono una flessibilità nonché un coinvolgimento e distribuzione del benessere che gli altri Paesi si sognano. Sarebbe da leggere, uno dei primi libri scritti da Prodi sul sistema dei distretti industriali e produttivi, quindi delle filiere collegate dell'indotto, sviluppati in Emilia in particolare e un po' in tutta Italia in generale. C'è dentro tutta la maestria di un certo tipo d'imprenditorialità che abbiamo solo noi, di una capacità di creare produzioni a livello di grande industria anche soltando sviluppando sinergie da una miriade di piccoli imprenditori localizzati e specializzati. Dopo quel libro, vennerò da tutto il mondo a studiare i nostri distretti ceramici, agroalimentari e meccanici della bassa emiliana. E ne abbiamo tanti altri sparsi per il Paese (sedie e mobili in Friuli; scarpe e elettrodomestici nelle marche; divani in Puglia e Basilicata; tessile nel fiorentino; eccetera). Queste sono capacità in noi innate, che gli altri non hanno. Potenzialità non sfruttate e anzi lasciate deperire da una mala-politica incapace e corrotta.
La stessa Germania, d'altronde, nei primi anni 2000 era considerata la vera malata d'Europa. hai visto cosa sono stati capaci fare, no? E non lo hanno fatto per grazia divina o superiorità antropologica; lo hanno fatto semplicemente riformandosi seriamente, duramente e sfidando l'impopolarità da parte di quei politici che dette riforme vararono. Noi non solo siamo in grado di competere con i crukki, ma possiamo dal loro dei punti in molti, moltissimi campi. Se loro ci danno dei punti sulla grande industria e l'organizzazione sistematica dell'insieme, noi abbiamo dalla nostra la potenzialità turistica, paesaggistica, della moda, del way of life, dello stile e, soprattutto. dell'agroalimentare.Hai presente l'imprenditore Farinetti? Ecco più o meno dice le stesse cose che affermo io e sta facendo con le sue imprese esattamente ciò che cerco di descrivere. Qui puoi farti un'idea:
http://crisiesviluppo.manageritalia.it/2013/06/eataly-negozi-ristoranti-italia-mondo/
Pensi davvero che i crukki possano farci concorrenza in questi campi? Loro hanno i loro campi di forza, noi i nostri. Ma non abbiamo nulla da invidiare a nessuno. Oltretutto, si parla di debolezze italiche senza distinzioni: ma in realtà si dovrebbe distinguere. Se tu prendi come riferimento l'Italia del nord, scopri che non solo noi potremmo fare tranquillamente concorrenza ai crukki e a chiunque, ma in realtà siamo già al loro livello. In alcuni casi anche avanti. Il punto è che il nostro Paese è diviso in 3: una cresce a livello massimo dei nostri partner europei; un'altra arranca ma tiene il passo; un'altra ancora, quella forse più bella e potenzialmente turistica, non ce la fa perché è in mano alla criminalità organizzata.
A parte Savaino, di mafia non parla quasi più nessuno. Eppure sarebbe la nostra prima, principale e più urgente Riforma da fare, la sua eliminazione totale. Se il sud arrivasse a svilupaprsi, non dico come il lombardo-veneto ma almeno come le Marche, a che livello sarebbe oggi l'Italia? Ci sarebeb ancora qualcuno in grado di venirci a fare lezione o dirci che non possimao più competere? Ma, se si decidesse davvero di fare guerra alle mafie e eliminarle, quanti anni pensi che ci vorrrebbero? E, nel caso, pansi che il restare dentro l'euro e la UE sarebbe meglio o peggio? Aiuterebbe, nel caso, uscirne o conviene star dentro?
Ecco, vedi, questi sono i punti veri. Non è quetsione di omologazione o non omologazione. la nostra informazione nazionale è penosa perché prezzolata, è fuori dubbio. Ma la verità non sta semplicemente nell'opposto di quel che afferma. Magari! sarebbe un po' troppo semplice... La questione è purtroppo molto più complicata. E va vagliata, analizzata e soppesata volta per volta, caso per caso e in ogni sua singola sfaccettatura. Con grande serietà e senza demagogie, soprattutto. Sennò non se ne esce