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Stante i risultati usciti dalle urne, è del tutto evidente come un Governo possa nascere solo mediante un'alleanza, o accordo che dir si voglia, che abbia come perno la coalizione di centro sinistra, al quale leader il PdR affiderà l'incarico.

Ora, i voti di Monti possono eventualmente rafforzare, ma non risultano determinati in nessuna eventuale formazione. Restano solo due ipotesi, se si vogliono scongiurare nuove elezioni o Governi Tecnici.

O Bersani si allea col Berlusca, perdendo evidentemente le ali (la Lega si sflirebbe infatti dal Cdx e Sel dal Csx); oppure prova a fare un governo di programma limitato puntando sull'appoggio esterno dei grillini. Un appoggio che potrebbe limitarsi anche soltanto alla non belligeranza (tipo uscire dal senato quando si vota, così da abbassare il quorum, e limitarsi a votare insieme i provvedimenti condivisi).

Per quanto mi riguarda, l'ipotesi berlusca la escludo subito, in quanto, come si è visto durante il Governo Monti, quando qualche provvedimento non è gradito al capo lo boicottano e non si combina nulla.

Resta l'ipotesi Grillo. Accetterà? Qui si tratta di assumersi responsabilità. non è più solo protesta. Se accetta, allora entrano anche loro nelle stanze del potere, quindi Grillo perderà la sua aurea di anti-sistema e dunque, forse, anche qualche voto.

Se però non accetta, lasciando che il Paese torni in mano al Berlusca, come giustificherà questo ai suoi elettori? Inoltre, rifiutando la possibilità di influire direttamente sull'azione di governo (se si fa il governissimo, i voti di Grillo diventano ininfluenti come quelli di Monti), non dovrà forse spiegare perché, pur con tutti quei voti, non è riuscito a realizzare nulla?

Dunque, in definitiva, io credo che Bersani abbia il dovere di avanzare questa proposta al M5s. Poi sarà Grillo a rispondere sì o no.

Se un governo del genere, così anomalo e sui generis dovesse nascere, son convinto che alla fine realizzerebbe molte più riforme di quante ne abbia fatte il Berlusca in 20 anni.

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Totalmente d'accordo con te. Non per caso ho scritto:

Lasciamo che le cose procedano. Credo che anche Grillo non sia così scemo da buttar via in pochi giorni quello che ha costruito mettendoci anni. e il suo stesso staff lo ricondurrà a più miti consigli, avendo tutto da perdere in caso di nuove elezioni.



Posso solo dire: incrociamo le dita, per il bene dell'Italia, anche di quelli che non hanno votato Berlusconi, ma chissà come mai il pdl ha tanti voti...



Ho imparato che l'improbabile se fa guadagnare i commercianti, gli artigiani, i politici diventa più certo del probabile...

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Gustavo,Berlusconi dal 94 ad oggi ha governato x 8 anni,il centrosinistra x7 poi ci sono stati i tecnici Dini e Monti,comunque ultima di Grillo sul sito del Corriere " Bersani è un morto che cammina ,è riuscito a perdere peggio della bonanima di Veltroni,si dimetta immediatamente", auguri ate e jos e figli maschi.

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Un accordo per eliminare i sindacati? Per uscire dall'euro? Per non pagare il debito pubblico? Per abolire la Tav) Questi sono punti salienti del programma di Grillo, totalmente incompatibili con Bersani.
Certo su specifici provvedimenti si può essere d'accordo, ma allora deve essere un programma a breve termine, perchè uscire dall'aula non basta se dietro non c'è un accordo di governo (se l'alleanza di fatto è coi grillini poi per avere i numeri al senato serve anche il gruppo di Monti quando i Grillini escono dall'aula). Quindi di fatto un doppio accordo di governo a provvedimenti alterni. Quanto può stare in piedi?

Un accordo che tagli fuori a priori il 30% del paese non mi pare la cosa migliore in questo periodo di necessità. Uomini di stato bisogna dimostrare di esserlo, pur dopo una campagna elettorale accesa.

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Che il Governo debba essere a termine non c'è dubbio. Nessuno propone o ipotizza nulla di diverso.

I punti di contatto (accordo) ci sono. Quelli che hai menzionato sono di dis-accordo; ma c'è anche il taglio ai costi della politica, l'eliminazione delle province, la legge elettorale, la legge anticorruzione eccetera. Tutti punti contenuti sia nella programma del Csx, sia dei M5s che di Monti (che potrebbe entrare o non entrare, visto che i suoi numeri non sono determinanti).

Quanto al tagliar fuori il 30% del Paese, ti faccio notare che gli ultimi governi hanno poggiato più o meno sul 30-40% degli elettori (non del Paese, che è cosa diversa). Mentre un'eventuale governo basato su un accordo Csx-Grillo metterebbe assieme quasi il 60%. Se poi entra anche Monti, siamo intorno ai 2 terzi dei votanti.

...un'apoteosi di democrazia!

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La maggioranza precedente nasceva da votazioni in cui la coalizione vincente aveva il 47% dei voti (su una percentuale di votanti superiore, tra l'altro). Su chi non vota non mi esprimo nemmeno, se non vota vuol dire che gli va bene così comunque, quindi si ragiona solo su chi ha votato.

Il problema è che quella che verrebbe fuori non è un'alleanza elettorale ma qualcosa che nasce dopo come "pacificazione" e per garantire la governabilità e fare le riforme che interessano tutti, se nasce tagliando fuori una grossa forza è già monco.

Grillo ha già detto chiaramente che alleanze non ne fa, votare i provvedimenti specifici vuol dire che il governo cade non appena fa qualcosa fuori dal programma di Grillo.

Abolire le province? Non lo si fa in pochi mesi. La legge elettorale? Non cambia nulla se non si cambia la Costituzione (come abbiamo già visto col mattarellum, e come sarebbe successo con un proporzionale puro), e per accelerare i tempi serve una maggioranza qualificata, non si può procedere a colpi di maggioranza come è già stato fatto erroneamente in passato. Bersani aveva garantito che avrebbe governato come se avesse avuto il 49%,; bene, visto che ha il 30% forse è il caso che non dimentichi una grossa fetta del paese. I segnali vanno considerati tutti.

Monti sarebbe necessario in caso di maggioranza con "approvazione tacita" dei grillini che dovessero uscire dall'aula al momento del voto. Ma non credo che Monti potrebbe offrirsi in prestito solo per fare da stampella in quelle occasioni per poi dover digerire il programma di Grillo con cui non ha in comune nulla.

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