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Iniziata: oltre un anno fa   Ultimo aggiornamento: oltre un anno fa   Visite: 54934

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L'obiettivo è quello di capire quanti di noi si trovano in questa spiacevole e difficile situazione.Dai messaggi che sto leggendo dovremmo essere già in 3 ad avere avuto addebiti in frode sulla carta di credito a beneficio di un sito di scommesse che si chiama Match Point.Ogni utente coinvolto potrebbe riportare la propria esperienza affinchè si possa trovare una strada corretta ed efficace con la quale far valere i ns. diritti.Ciao e grazie

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Salve a tutti, mi unisco alla schiera dei truffati, ho appena scoperto che la mia Prepagata TASCA BCC (Visa Electron) è stata addebitata con 5 operazioni per un totale di 500 euro a favore di questa WWW.MATCH-POINT.IT Roma . Fortunatamente era una prepagata che uso solo per acquisti su Internet e avevo solo quella cifra depositata. Ho provato a chiamare il servizo clienti per bloccare la carta (anche se adesso è vuota), mi hanno risposro che devo chiamare un altro numero (ovviamente) per bloccarla che al momento risulta non funzionare !!! (800 086 530) si comincia bene... Domani mattina andrò alla mia banca di Credito Cooperativo che, sul sito scrive che in caso di comportamento corretto da aprte del titolare assicura il rimborso del 100% delle spese non dovute... mah.. vi terrò aggiornati ma da quello che leggo nutro poche speranze. Ma mi domando una cosa: possibile che questo sito di scommesse WWW.MATCH-POINT.IT non sia il vero responsabile di tutto? Come si fa ad accettare dei pagamenti senza nessuna credenziale ne iscrizione?

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Ciao a tutti. Da un paio di anni per situazioni come queste si può adire all'Arbitro Bancario Finanziario, che è un metodo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra banca e cliente. Andate nel sito per avere tutte le informazioni. Il ricorso costa solo 20 euro (più spese di raccomandate e fotocopie) e non è necessario mettere di mezzo l'avvocato. Le uniche prerogative per poter effettuare il ricorso è aver presentato alla Banca un reclamo formale sottoforma di raccomandata A/R e che siano trascorsi almeno 30 giorni da quando la Banca ha ricevuto tale reclamo. Vi posso dire che l'Arbitro in genere dà ragione al cliente, a meno che la Banca non dimostri un vostro difetto nella custodia della carta e/o delle credenziali di accesso ai pagamenti. In particolare, ho raccolto decisioni favorevoli al cliente sia per casi di operazioni fraudolente avvenute on line, sia per casi in cui il cliente è caduto nella trappola del phishing. Se volete leggervi queste decisioni mi trovate sul sito di Facebook "truffati da poste italiane ribelliamoci". Scrivete lì e vi risponderò.

Per quanto riguarda il ricorso formale, io ritengo si debba procedere così: raccomandata A/R da spedire alla Banca contenente i seguenti documenti:

• Lettera di reclamo e richiesta storno addebiti;
• Modulo di disconoscimento operazioni opportunamente compilato e firmato;
• Copia della denuncia sporta a Carabinieri o Polizia;
• Una stampa della lista movimenti contenente le operazioni disconosciute (meglio evidenziarle)
• Fotocopia fronte-retro della propria carta di identità;
• Fotocopia fronte-retro della carta di credito in questione;

Se poi a qualcuno interessa ho scritto delle motivazioni per il ricorso all'ABF:

1) Chiedo il rimborso dei XXXXX euro che custodivo nella mia carta di credito numero XXXXXXX e che mi sono stati sottratti attraverso X operazioni di pagamento non effettuate da me, che sono unico titolare della carta, bensì da ignoti.

Motivazioni della richiesta: come ho appena scritto, tali operazioni non sono state effettuate da me, bensì da ignoti. Ho denunciato l’accaduto all'intermdiario appena accortomi dell’accaduto inviando attraverso la raccomandata A/R numero XXXXXXXXXXX i seguenti documenti:
- Lettera di reclamo e richiesta di storno degli addebiti disconosciuti;
- Modulo di disconoscimento operazioni opportunamente compilato e firmato;
- Copia della denuncia sporta ai Carabinieri/Polizia Postale;
- Fotocopia fronte-retro della mia carta di identità;
- Fotocopia fronte-retro della mia carta di credito in questione;
(Allego una copia del suddetto reclamo e una fotocopia fronte-retro della ricevuta di ritorno della raccomandata A/R con la quale l’ho spedito).
A tutt’oggi, essendo trascorsi più di 30 giorni dal reclamo, non ho ottenuto nè rimborso nè tantomeno risposta alcuna da parte dell'intermediario.
Secondo il nuovo D. Lgs 11/2010 art. 10 comma 2, "quando l’utilizzatore di servizi di pagamento neghi di aver autorizzato un’operazione di pagamento eseguita, l’utilizzo di uno strumento di pagamento non è di per sé necessariamente sufficiente a dimostrare che l’operazione sia stata autorizzata dall’utilizzatore medesimo, né che questi abbia agito in modo fraudolento o non abbia adempiuto con dolo o colpa grave ad uno o più degli obblighi di cui all’articolo 7”. Come è scritto anche nella decisione dell’ABF n. 244 del 04/02/2011, “ne deriva che non solo l’uso dello strumento non basta per sostenere che ad utilizzarlo sia stato lo stesso cliente, ma si può anche rilevare che non incombe su quest’ultimo l’onere di provare che la banca sia stata inadempiente agli obblighi di legge per chiamare in causa l’intermediario, quanto piuttosto deve essere l’intermediario a provare che il ricorrente sia incorso in dolo o colpa grave rispetto agli obblighi di diligenza che le norme impongono, al fine di liberarsi dalla responsabilità sancita dal decreto legislativo 11/2010 per le operazioni non autorizzate”. Di fronte al disconoscimento da parte del cliente, infatti, “il prestatore dei servizi di pagamento”, come recita l’ art. 11 comma 1 del già citato decreto, “rimborsa immediatamente al pagatore l’importo dell’operazione medesima”.
Con tali motivazioni, l'ABF in passato e in casi simili al mio, si è già espresso a favore del cliente, mi riferisco in particolare alla decisione n. 244 del 04/02/2011 e alla decisione n. 986 dell’ 11/05/2011.
Ora, l’intermediario potrebbe controbattere che l’operazione illecita è avvenuta on line e che solo io conoscevo i codici per accedere ai pagamenti. In questo modo, potrebbe cercare di dimostrare la mia mancanza di diligenza nella custodia dei dati della carta. In particolare, l’intermediario potrebbe ipotizzare che io abbia aperto un’email di phishing e vi abbia inserito i dati e i codici per accedere ai pagamenti on line. Io nego fermamente di avere aperto e/o risposto ad email di phishing, anzi, dichiaro di avere sempre custodito con diligenza i dati di accesso ai pagamenti on line, di non aver mai perso, smarrito, prestato, lasciati incustoditi o conservati insieme codici e carta. Come è potuta accadere allora tale frode? Io non lo so e non lo posso sapere perchè non sono esperto informatico al punto da poter trovare una spiegazione, ma ecco cosa ha sottolineato l’ABF nella decisione numero 951/11 del 10/05/2011:
“poichè si verte in tema di responsabilità contrattuale, è l’intermediario a dover fornire la prova della propria diligenza; prova che nel caso di specie non è stata raggiunta, essendosi l’intermediario limitato ad affermare apoditticamente la sicurezza dei propri sistemi informatici e ad assumere la mancata adozione, da parte del cliente, delle cautele necessarie ad assicurare la riservatezza dei propri dati; assunto, quest’ultimo, smentito dalla circostanza, rispondente a dati ormai di comune esperienza recepiti anche dall’ambiente bancario (cfr. Rapporto ABI CIPA CNIPA sul furto di identità elettronica tramite internet, Bancaria editrice, Roma, 2006, p. 23 ss.), per la quale il furto d’identità telematica, o phishing, può essere perpetrato mediante attacchi al sistema informatico dell’intermediario e cioè attraverso comportamenti di terzi che nulla hanno a che vedere con un ipotetico difetto di diligenza del cliente”.
In ogni caso, vorrei far notare come in precedenza l’ABF (decisione 1241/10 del 09/11/2010) ha ritrovato una responsabilità da parte dell’intermediario anche per i casi di phishing.
Per ogni decisione dell’Arbitro che ho citato, ne trovate una copia in allegato, cosicchè le abbiate subito disponibili per la consultazione.

2) Chiedo gli interessi legali a partire dal trentesimo giorno dal ricevimento del mio reclamo da parte di Poste Italiane. Come dimostra la ricevuta di ritorno con la quale l’ho spedito, il mio reclamo è stato consegnato all’ufficio reclami dell'intermediario il giorno XXXXXXX, pertanto chiedo gli interessi legali sulla somma disconosciuta a partire da tale giorno.

3) Chiedo inoltre:
- il rimborso dei 20 euro che ho speso per poter effettuare codesto ricorso;
- il rimborso dei X euro per spedire tale ricorso tramite raccomandata A/R all’Arbitro e dei X euro per la spedizione sempre tramite raccomandata A/R di una copia di tale ricorso all’intermediario;
- il rimborso di X euro spesi per la raccomandata A/R che ho spedito all’intermediario come reclamo formale. A tal fine allego una fotocopia della ricevuta di ritorno con indicata la spesa di raccomandata.
- Il rimborso di X euro spesi per fotocopie e stampe varie necessari per la preparazione del presente ricorso, a tal fine allego una fotocopia degli scontrini.




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Ciao a tutti. Da un paio di anni per situazioni come queste si può adire all'Arbitro Bancario Finanziario, che è un metodo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra banca e cliente. Andate nel sito per avere tutte le informazioni. Il ricorso costa solo 20 euro (più spese di raccomandate e fotocopie) e non è necessario mettere di mezzo l'avvocato. Le uniche prerogative per poter effettuare il ricorso è aver presentato alla Banca un reclamo formale sottoforma di raccomandata A/R e che siano trascorsi almeno 30 giorni da quando la Banca ha ricevuto tale reclamo. Vi posso dire che l'Arbitro in genere dà ragione al cliente, a meno che la Banca non dimostri un vostro difetto nella custodia della carta e/o delle credenziali di accesso ai pagamenti. In particolare, ho raccolto decisioni favorevoli al cliente sia per casi di operazioni fraudolente avvenute on line, sia per casi in cui il cliente è caduto nella trappola del phishing. Se volete leggervi queste decisioni mi trovate sul sito di Facebook "truffati da poste italiane ribelliamoci". Scrivete lì e vi risponderò.

Per quanto riguarda il ricorso formale, io ritengo si debba procedere così: raccomandata A/R da spedire alla Banca contenente i seguenti documenti:

• Lettera di reclamo e richiesta storno addebiti;
• Modulo di disconoscimento operazioni opportunamente compilato e firmato;
• Copia della denuncia sporta a Carabinieri o Polizia;
• Una stampa della lista movimenti contenente le operazioni disconosciute (meglio evidenziarle)
• Fotocopia fronte-retro della propria carta di identità;
• Fotocopia fronte-retro della carta di credito in questione;

Se poi a qualcuno interessa ho scritto delle motivazioni per il ricorso all'ABF:

1) Chiedo il rimborso dei XXXXX euro che custodivo nella mia carta di credito numero XXXXXXX e che mi sono stati sottratti attraverso X operazioni di pagamento non effettuate da me, che sono unico titolare della carta, bensì da ignoti.

Motivazioni della richiesta: come ho appena scritto, tali operazioni non sono state effettuate da me, bensì da ignoti. Ho denunciato l’accaduto all'intermdiario appena accortomi dell’accaduto inviando attraverso la raccomandata A/R numero XXXXXXXXXXX i seguenti documenti:
- Lettera di reclamo e richiesta di storno degli addebiti disconosciuti;
- Modulo di disconoscimento operazioni opportunamente compilato e firmato;
- Copia della denuncia sporta ai Carabinieri/Polizia Postale;
- Fotocopia fronte-retro della mia carta di identità;
- Fotocopia fronte-retro della mia carta di credito in questione;
(Allego una copia del suddetto reclamo e una fotocopia fronte-retro della ricevuta di ritorno della raccomandata A/R con la quale l’ho spedito).
A tutt’oggi, essendo trascorsi più di 30 giorni dal reclamo, non ho ottenuto nè rimborso nè tantomeno risposta alcuna da parte dell'intermediario.
Secondo il nuovo D. Lgs 11/2010 art. 10 comma 2, "quando l’utilizzatore di servizi di pagamento neghi di aver autorizzato un’operazione di pagamento eseguita, l’utilizzo di uno strumento di pagamento non è di per sé necessariamente sufficiente a dimostrare che l’operazione sia stata autorizzata dall’utilizzatore medesimo, né che questi abbia agito in modo fraudolento o non abbia adempiuto con dolo o colpa grave ad uno o più degli obblighi di cui all’articolo 7”. Come è scritto anche nella decisione dell’ABF n. 244 del 04/02/2011, “ne deriva che non solo l’uso dello strumento non basta per sostenere che ad utilizzarlo sia stato lo stesso cliente, ma si può anche rilevare che non incombe su quest’ultimo l’onere di provare che la banca sia stata inadempiente agli obblighi di legge per chiamare in causa l’intermediario, quanto piuttosto deve essere l’intermediario a provare che il ricorrente sia incorso in dolo o colpa grave rispetto agli obblighi di diligenza che le norme impongono, al fine di liberarsi dalla responsabilità sancita dal decreto legislativo 11/2010 per le operazioni non autorizzate”. Di fronte al disconoscimento da parte del cliente, infatti, “il prestatore dei servizi di pagamento”, come recita l’ art. 11 comma 1 del già citato decreto, “rimborsa immediatamente al pagatore l’importo dell’operazione medesima”.
Con tali motivazioni, l'ABF in passato e in casi simili al mio, si è già espresso a favore del cliente, mi riferisco in particolare alla decisione n. 244 del 04/02/2011 e alla decisione n. 986 dell’ 11/05/2011.
Ora, l’intermediario potrebbe controbattere che l’operazione illecita è avvenuta on line e che solo io conoscevo i codici per accedere ai pagamenti. In questo modo, potrebbe cercare di dimostrare la mia mancanza di diligenza nella custodia dei dati della carta. In particolare, l’intermediario potrebbe ipotizzare che io abbia aperto un’email di phishing e vi abbia inserito i dati e i codici per accedere ai pagamenti on line. Io nego fermamente di avere aperto e/o risposto ad email di phishing, anzi, dichiaro di avere sempre custodito con diligenza i dati di accesso ai pagamenti on line, di non aver mai perso, smarrito, prestato, lasciati incustoditi o conservati insieme codici e carta. Come è potuta accadere allora tale frode? Io non lo so e non lo posso sapere perchè non sono esperto informatico al punto da poter trovare una spiegazione, ma ecco cosa ha sottolineato l’ABF nella decisione numero 951/11 del 10/05/2011:
“poichè si verte in tema di responsabilità contrattuale, è l’intermediario a dover fornire la prova della propria diligenza; prova che nel caso di specie non è stata raggiunta, essendosi l’intermediario limitato ad affermare apoditticamente la sicurezza dei propri sistemi informatici e ad assumere la mancata adozione, da parte del cliente, delle cautele necessarie ad assicurare la riservatezza dei propri dati; assunto, quest’ultimo, smentito dalla circostanza, rispondente a dati ormai di comune esperienza recepiti anche dall’ambiente bancario (cfr. Rapporto ABI CIPA CNIPA sul furto di identità elettronica tramite internet, Bancaria editrice, Roma, 2006, p. 23 ss.), per la quale il furto d’identità telematica, o phishing, può essere perpetrato mediante attacchi al sistema informatico dell’intermediario e cioè attraverso comportamenti di terzi che nulla hanno a che vedere con un ipotetico difetto di diligenza del cliente”.
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3) Chiedo inoltre:
- il rimborso dei 20 euro che ho speso per poter effettuare codesto ricorso;
- il rimborso dei X euro per spedire tale ricorso tramite raccomandata A/R all’Arbitro e dei X euro per la spedizione sempre tramite raccomandata A/R di una copia di tale ricorso all’intermediario;
- il rimborso di X euro spesi per la raccomandata A/R che ho spedito all’intermediario come reclamo formale. A tal fine allego una fotocopia della ricevuta di ritorno con indicata la spesa di raccomandata.
- Il rimborso di X euro spesi per fotocopie e stampe varie necessari per la preparazione del presente ricorso, a tal fine allego una fotocopia degli scontrini.

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Salve,

purtroppo ci sono anche io tra le vittime, stasera abbiamo scoperto sulla postepay di mia moglie 3 operazioni su www.match-point.it per un totale di 300 euro. Abbiamo immediatamente bloccato la postepay, domani denuncia e lunedì andiamo alle poste come ci hanno detto di fare al telefono quelli del blocco. Speriamo bene.

Poichè in questo periodo l'unico sito su cui abbiamo effettuato spese online è amazon.it volevamo chiedervi se anche voi stavate facendo frequenti aqcuisti su quel sito nel periodo della truffa.

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Fottuti il 19/12/11 100€ da questi bastardi, ma la cosa terribile è che non c'è verso di riavere un rimborso dalle poste, cmq domani mi informo... suppongo che dovrò rinnovare la carta postepay...... incredibile che non ci sia un minimo di sicurezza.....

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